Marco Mungai studiava Economia e commercio all'Università di Firenze, dopo essersi diplomato al Liceo Scientifico Amedeo di Savoia di Pistoia. Era un assiduo frequentatore della Biblioteca San Giorgio. Nella notte tra sabato 10 maggio e domenica 11 maggio del 2014 Marco è morto in un terribile incidente stradale in Viale Adua a Pistoia all'età di 22 anni. In sua memoria, i familiari e gli amici hanno deciso di raccogliere i libri degli autori che Marco amava e studiava e di donarli alla Biblioteca San Giorgio, dove sono disseminati tra le diverse sezioni, come la sua curiosità amava divagare tra diversi argomenti, ma sono riconoscibili dal timbro impresso sul frontespizio e riuniti in uno scaffale virtuale, che col tempo sarà ampliato, riconoscibile sul catalogo della Biblioteca come Fondo Marco Mungai. Coordinatore della raccolta del Fond il professor Francesco Gaiffi. In ricordo di Marco, è stato piantato un albero di ciliegio offerto dalla ditta Luigi Mati nel giardino della biblioteca.

 

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Il carteggio Jefferson-Adams come tempio & monumento
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Libri Moderni

Pound, Ezra

Il carteggio Jefferson-Adams come tempio & monumento / Ezra Pound ; [a cura di Luca Gallesi]

Milano : Ares, [2008]

Abstract: La poesia di Ezra Pound è segnata dall'interesse per la storia, che diventa una vera passione trascinante quando tocca gli snodi della sua patria statunitense. Secondo l'autore dei Cantos, le vicende umane sono invariabilmente segnate dalla tensione tra giustizia e speculazione, tra sfruttatori e forze del lavoro. È stato proprio il culto del denaro a corrompere i costumi imponendo leggi inique: L'usurocrazia fa le guerre in serie. Le fa secondo un sistema prestabilito, con l'intenzione di creare debiti. In opposizione al sentire dominante, Pound individuò in Thomas Jefferson e in John Adams due modelli di statisti realmente interessati al bene comune. Entrambi infatti sancivano il principio che il denaro dovesse appartenere al popolo e dovesse essere amministrato nel suo esclusivo interesse. Il saggio poundiamo è un richiamo per riscoprire due figure ingiustamente cancellate dalla storia, ma, in senso più ampio, è un monito per destare interesse sulla ricerca della vera cultura e non sul suo surrogato imposto dalla dilagante speculazione.